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Un ragazzo su tre a 17 anni ha avuto rapporti completi

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/02/2019 13:33

Nell'80% dei casi si informano online, la scuola è la 'grande assente'

Un adolescente su 3 a 16 o 17 anni ha già avuto un rapporto completo, ma oltre l'80% di loro si rivolge al web per cercare informazioni in tema di sesso e fertilità. E la mancanza di conoscenze accomuna giovani e meno giovani. Pochi infatti, anche tra gli adulti, quelli consapevoli che anche la fertilità degli uomini declina con il passare degli anni. E' quanto emerge dai risultati dello Studio Nazionale Fertilità, promosso dal Ministero della Salute. I dati, per il ministro Giulia Grillo, "mostrano un gap informativo nei giovani" e per colmarlo servono "informazioni online certificate" e "l'insegnamento di queste materie a scuola".  Lo studio, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), fotografa le conoscenze e i comportamenti in ambito sessuale e riproduttivo delle diverse fasce della popolazione. Ne emerge che 16.063 studenti di scuole superiori intervistati credono, in generale, di saperne più di quanto in realtà non sappiano. Il 23% di loro non utilizza i preservativi e non si protegge quindi contro infezioni quali Hpv e Hiv, mentre il 94% ritiene che debba essere la scuola a garantire l'informazione in materia. Eppure, proprio la scuola è la 'grande assente' in questo campo. L'89% dei maschi e l'84% delle femmine cercano, infatti, informazioni su internet.

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Mentre in famiglia difficilmente affrontano argomenti importanti per la loro salute come 'malattie sessualmente trasmissibili' e 'metodi contraccettivi'. "Ci sono molte informazioni che ai giovani bisognerebbe dare - ha sottolineato il ministro Grillo -.    Proprio su questo voglio lavorare, con la creazione di un database online con informazioni verificate, che serva per i giovani, ma anche agli adulti". Gli adulti, infatti, hanno spesso altrettante lacune. Guardando al campione di 21.217 persone di età 18-49 anni intervistate si scopre che solo il 5% è consapevole che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i 30 anni. E 9 su 10 ignorano che già la coppia in cui l'uomo abbia superato i 35 anni può presentare più difficoltà ad avere figli.D'altronde, a sottovalutare il 'fattore tempo', sono gli stessi specialisti, tra cui c'è "un infondato ottimismo sulle possibilità delle tecniche di procreazione assistita di risolvere sempre i casi di infertilità". Non sembra sufficiente, invece, da parte di pediatri e medici di famiglia, la comunicazione dell'importanza dell'orologio biologico e di altri fattori di rischio come fumo e alcol nella riduzione della fertilità.

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